martedì 24 maggio 2016

Tappa 18: Saint-Satur - La Charité sur Loire


 

Partenza come al solito alle 6. Lascio Saint Satur e, attraversato il lungo ponte comincia a piovere. Metto il poncho sia allo zaino che a me stesso dopo aver tolto la camicia. La pioggia aumenta. Spengo il cellulare. Il tablet è nella sua  custodia al sicuro e penso che non ho ancora adoperato il caricabatteria a raggi solari né gli occhiali da sole e né il cappellino. Sinceramente, però, non so se è preferibile il sole alla pioggia. Se immagino, per esempio, una giornata di sole pieno mi viene in mente che almeno la bottiglia da 2 litri dovrei portarmela e significa aumentare il peso di 2 kg.
Significa avere i piedi bollenti e rischiare qualche vescica ed infine sudare abbondantemente e faticare di più. Però si potrebbe fare un po’ dell’uno e un po’ dell’altro. Non sarebbe male. Comunque mi pare di capire che qualsiasi cosa avviene non va mai bene. Incontro parecchi bikers. Il percorso è uguale in queste condizioni diventa monotono. Passo decine di minuti senza guardarmi intorno. Penso soltanto ad andare avanti e alla Loira che è in secca: ma come fa ad esserlo se piove così tanto? I ponti che ho attraversato sono chiaramente fatti per sopportare livelli molto più alti di acqua. Mah! Meno male che oggi la tappa è breve, solo 25 km. Se continuo così arrivo per mezzogiorno.

La Charité è un grosso paese (relativamente agli altri) un po’ disordinato (rispetto agli altri). Da sotto a questo poncho e con questa mancanza di colori è triste. Trovo un triste hotel con triste camera senza toilette ma con doccia. Guardo il mio interno coscia: la lunga striscia rossa è diventata violacea. Devo provvedere. Mi lavo e faccio il bucato (anche se non ce n’era bisogno perché sarebbe bastato strizzare gli indumenti). Pomata e riposo. Più tardi vado in farmacia per qualche garza. Dormo un’oretta e quando mi sveglio sento dolorini anche all’altezza delle anche. Controllo torcendomi col busto e vedo abrasioni della pelle anche lì. La fascia dello zaino che poggia a quell'altezza, con la pelle sempre bagnata sta facendo danni. Ed è un problema perché posso camminare con le gambe allargate ma non posso poggiare lo zaino su altre parti. Inoltre, uscire ora significherebbe bagnare anche gli altri indumenti e non aver il tempo di farli asciugare per domani mattina. In effetti durante un Cammino problemi che sono piccoli nella vita di tutti i giorni diventano di importanza enorme e viceversa. Temporeggio, speriamo che smetta di piovere. Intanto non ho internet. Potrei usare la pennetta ma costa 6 € a collegamento e per inviare quanto ho scritto oggi e senza foto non mi sembra il caso.

Niente da fare, piove di brutto. Non esco. Mi dispiace di non vedere il paese.

I sassolini di oggi, sabato 30 giugno 2012 sono per:
  • Anna
  • Costantino
  • Giulia
  • Marisa
  • Franco



ENGLISH VERSION 

The Departure is at 6 a.m. as usual. I leave Saint Satur and, crossed the long bridge, it starts raining. I put the poncho both on the knapsack and on myself, after having removed the shirt. The rain increases. I switch off the cellular. The tablet is safe in its custody and I think that I have not used the solar battery charge, the sunglasses and neither the bonnet yet. Sincerely, however, I don't know if the sun is better than the rain. If I imagine a sunny day, for example, I think that I should bring the bottle of 2 liters and this means to increase the weight of 2 kg.
It means to have hot feet and to risk some bladder and finally to sweat abundantly and to have difficulty to walk. But it would be amazing having sometimes the rain and sometimes sun in the same day. Yes, it would be great. However it seems to me that whatever happens it’s never ok. I meet quite a lot of cyclists. The path is equal in these conditions and it becomes monotonous. I walk about ten minutes without looking around me. I think only to go on and to the Loira that is dried up: but how is it possible if it’s raining so much? The bridges that I have crossed are clearly made for sustaining higher levels of water. Well! It’s a good thing that today the stage is short, only 25 km. If I continue in this way I will arrive at midday.

The Charité is a big village (proportionally to the others), a little sloppy (in comparison to the others). I feel sad under this poncho and with this lack of colors. I find a sad hotel with a sad room without toilet but with shower. I look at my thigh: the long red bruise has become purplish. I must provide. I wash myself and I launder (even if it was needless because it was enough to squeeze the clothes). I use the ointment and the I take a rest. I will go to the chemist’s for some gauze later. I sleep an hour and when I wake up I feel pain also at the hip. I check rolling my bust and I see abrasions of the skin. The band of the knapsack that leans on that height, is making damages with the wet skin. And it is a problem because I can walk with the legs open but I cannot lean the knapsack on other parts. Moreover, to go out would mean to dip other clothes and not to have the time to make them dry for tomorrow morning now. In fact during the Path the minor problems in the life of every day become very important and vice-versa. I temporize, I hope that It stops raining. Meanwhile I haven’t internet. I could use the internet dongle but it costs 6 € to connect and to send this part of diary, and then it doesn't seem to me the case without photos.

Nothing doing, It rains cats and dogs. I don't go out. I am sorry not to see the village.

Today's pebbles, Saturday June 30th 2012:
  • Anna
  • Costantino
  • Giulia
  • Marisa
  • Franco

Nessun commento:

Posta un commento