mercoledì 6 aprile 2016

Tappa 7: Carrouges - Alencon



 Ore 6 pullman per Carrouges e di qui riprendere il Cammino interrotto per la pausa di riposo. Intanto i miei indumenti di cambio sono stesi in camera a Alencon, dove dovrei arrivare per le 13 e lo zaino è leggero in quanto ho portato solo l'indispensabile per la tappa.

Arrivo a Carrouges alle 7. Per strada ha piovuto e qui c'è anche nebbia e fa freddo (esce la nuvoletta di vapore quando espiro con la bocca aperta).

Leggo un segnale che indica il castello. In attesa di fare colazione vediamoci il castello. Dopo un bel sentiero di circa 800 metri intravedo la sagoma del maniero nella nebbia. Non siamo in Transilvania. Più mi avvicino e più si delinea un bel castello con delle basse mura intorno. È il corpo di guardia del castello che è all'interno. Non male. Ritorno nel paese e chiedo al panificio, che intanto ha aperto, a che ora aprono i due bar della piazza: alle 9. Troppo tardi. Mangerò qualcosa per strada. Mi metto il mio solito poncho perché nel frattempo ha ripreso a piovere (guarda la mia foto che ho fatto davanti ad uno specchio per strada).

Oggi dovrei attraversare finalmente un sentiero nella foresta. Intravedo la foresta immersa nella nebbia. Comunque il cambiamento di percorso mi alletta. Con passo regolare mi accorgo che forse ho legato gli scarponi troppo stretti. Li allento ma cammino ancora male. Faccio una sosta di 5 minuti. Riprendo ma non va. Cammino a fatica. Respiro a bocca aperta. Ancora una sosta. Cerco di fare il punto della situazione: non capisco cosa non va: lo zaino è leggero, piove come nei giorni precedenti eppure non riesco a camminare bene. 

Cerco di pensare ad altro e intanto prendo una piacevole stradina asfaltata che entra nella "forete". Dopo un paio di km mi trovo davanti a un cancello oltre il quale dovrebbe iniziare il percorso sentieristico. È fradicio d'acqua con una gran pozza iniziale. Che fare? Non conosco il posto e decido di tornare indietro. Mi fa male la coscia sinistra e avverto un dolore che prende la natica e si irradia nella gamba. Nervo sciatico? può darsi, con tutta questa umidità che dura da 8 giorni. Sosta e qualche esercizio di “streccing”. Riprendo ma con fatica sempre maggiore. Sono le 11 e sto camminando da 4 ore circa. La tappa è di circa 25 km, qualcuno perso per castello e foresta, ne dovrebbero mancare una dozzina che si possono fare in 3 ore. Aumentiamo il ritmo. Niente, non va. Mi fa male anche l'altra gamba.

Da buon camminatore esperto, capisco che "non è giornata"! Per oggi mi devo arrendere all'evidenza. Sono fortunato! La fermata di autobus. Il prossimo alle 12. Quanto inciderà questa decisione sul Cammino totale! Un neo che non si cancella! Puoi anche non raccontare la cosa, tanto chi glielo dice agli altri? Sei tu solo! Ma il problema è che non sei solo. C'è la tua coscienza! E chi glielo dice a quella di tacere? Comunque il dato di fatto è che per oggi non posso continuare, punto. Finalmente arrivano le 12. L'attesa mi è stata alleviata da due cavalli che giocavano fra di loro nel recinto di fianco la fermata. 12:10 e il pullman non si vede. Ma ho letto bene? Controllo: proprio le 12. Ma cos'è quell'ME scritto in piccolissimo sopra l'orario? Porc......., passa il mercoledì a quell'ora! Oggi è lunedì e passa alle 18. Posso mettermi a piangere, tanto chi mi vede? Dopo un tentativo, subito abortito, decido che mi devo muovere.

Gambe in spalla e arranchiamo, al limite strisciamo, ma devo procedere. Primo paesino con pochissime casette e neanche un'anima viva. Secondo paesino: vedo un edificio basso con luci accese. Mi avvicino e sento della musica. Entro in una grande sala con dei tavoli imbanditi e tanti vecchietti intorno ad essi che fanno festa mentre tre coppie ballano alla musica di un fisarmonicista. Uno di questi mi viene incontro, mi invita a sedermi con loro e, dopo aver capito che non capisco niente di quello che dice perché non sono francese, arriva a miti consigli rallentando le parole e inserendo dei gesti sicuramente derivanti da sue pregresse esperienze italiane. Mi fa capire che stanno festeggiando tre ottuagenari e si sono riuniti tutti gli anziani del circondario. Una brava vecchietta che rivedrò nei miei sogni mi mette davanti un piatto di carta con un pezzo di torta con crema e frutta che supera sicuramente il mezzo chilo. Gattò, mi dice indicando il dolce. Ma chi se ne frega, penso, l'importante è che si mangi!

Mi sfiora soltanto il pensiero che non mangio da ieri sera e che proprio la mancanza di zuccheri potrebbe avermi causato i problemi mattutini. Cercando di mantenere un minimo di decenza, anche perché rappresento l'Italia in quel consesso, attacco a mangiare: sarà la fame ma la torta è deliziosa e termina in pochissimi bocconi. Accettando anche un bicchierino di spumante lascio la sala fra applausi per il mio essere pellegrino.

Riprendo a camminare, va meglio. Finalmente il cartello di Alencon. Ho circa 4 ore di ritardo sulla tabella di marcia che mi ero dato. Cerco l'hotel, sbaglio strada, chiedo indicazioni per la piazza della stazione dove è situato e, entro nella camera dove il misero letto di ieri mi pare una piazza d'armi.

Scusatemi se aggiungo un ricordo personale. All'inizio della mia attività di trekker mi capitò un fatto buffo: al termine di una escursione abbastanza lunga intorno a Monte Calvo e Monte Castellana, nel Gargano, incontro una ragazza, Enza, di circa un metro e ottanta, alla sua prima esperienza di trekking. Chiedendole una sua considerazione su questa sua prima uscita, con un'espressione di dolore sul viso ed un filo di voce quasi fosse l'ultimo, rispose: «m' sent' nu poc' sfracanata» (traduzione dal dialetto foggiano in italiano: "mi sento leggermente fracassata").
Ora capisco cosa ha voluto dire.
Ma domani è un altro giorno!
PS: sono contento che il bus non è passato.

I sassolini di lunedì 18 giugno 2012:
  • mamma Liberina
  • Francesco
  • Giuseppe
  • Carlotta
  • Alessandra

 




ENGLISH VERSION


It’s 6 a.m., I take the bus for Carrouges and I resume the Path, which I interrupted to rest. Meanwhile my spare clothes are hanging in my room to Alencon, where I should arrive at 1 p.m. and the knapsack is light because I brought only the necessary for the stage.

I reach Carrouges at 7 a.m. It was raining along the street and here is also foggy and cold (when I breathe a cloudlet appears from my mouth). I read a traffic signal that indicates the castle. Waiting for breakfast we see the castle. After a nice path of around 800 meters I glimpse the castle in the fog. We are not in Transylvania.

The more I approach it, the more I glimpse a beautiful castle with some low walls all around. I see also the guard house of the castle which is inside. Not bad. I return to the village and I ask to the bakery, that meanwhile it was opening, when the two cafes of the square open: at 9 a.m. Too late. I will eat something walking. I wear my usual poncho because in the meantime it restarted raining (look at the photo that I took in front of a mirror along the street).

Today I should finally cross a path in the forest. I glimpse the forest in the fog. However the change of direction attract me. With a regular footstep I realize that perhaps I tied my boots too narrow. I loosen them but I still walk badly. I take a rest of 5 minutes. I restart but there’s something wrong. I walk with difficulty. I breathe with my open mouth. I take a rest again. I try to make the point of the situation: I don't understand what is wrong: the knapsack is light, it rains as in the preceding days but I don't succeed in walking well yet. I try to think to other things and meanwhile I take an asphalted pleasant street that enters in the "forete." 

After a pair of km I am in front of a gate beyond which the path should begin. It is soaking with a big puddle at the beginning. What can I do? I don't know the place and I decide to go back. My left thigh hurts and I feel a pain that extends from the buttock up to the leg. Is it the sciatic nerve? It may be because there is this damp that has been lasting for 8 days. I take a rest and I make some stretching exercises. I restart but with great effort. It’s 11 a.m. and I have been walking for about 4 hours. The stage is of around 25 km, I lost some kilometers to see the castle and the forest, It should miss a dozen that can be done in 3 hours. I increase the rhythm. Nothing, there’s something wrong. The other leg hurts, too.

As a good experienced walker, I understand that "It’s just not my day!" .Today I have to surrender. I am lucky! I reach the bus stop. The next is at 12 a.m. How much will this decision weigh on the total Path! A defect that we can’t delete!
I could also not tell about this defect, who might tell it to the others anyway? I am alone! But the problem is that I am not really alone. There is also my conscience! And who says to it to keep silent? However It’s clear that I cannot continue today, that’s it. It’s 12 a.m. finally. The waiting was pleasant thanks to two horses that played with each other in the enclosure near the bus stop. It’s 12:10 a.m. and the bus doesn’t arrive. But did I read well? I check the schedule: it says 12 a.m. But what is that small ME(Wednesday) that is written above the schedule? Fuck......., The bus pass by here at that time only on Wednesdays! Today it’s Monday and it passes at 6 p.m. May I start crying, who sees me anyway? After an attempt, immediately rejected, I decides that I have to move on.

I start to walk with effort, if it doesn’t work I can grovel, but I must proceed. I arrive to the first village that has little cottages and not even a person in proximity. I reach the second village: I see a small building with lights turned on. I approach the building and I listen to some music. I enter in a great living room with some prepared tables and so many old people around them that make a party while three couples dance at the sound of a beautiful music. One of them comes to me, he invites me to take a seat with them and, when he realizes that I understand nothing of that he says because I am not French, he starts to talk slowly inserting some consequential gestures thanks to his past Italian experiences. He makes me understand that they are celebrating three octogenarians and that all old people are here to celebrate this event. A good old woman, that I will see again in my dreams, gives me a dish of paper with a piece of cake with cream and fruit that surely overcomes the half kilo. “Gateaux”, she tells me indicating the dessert. But who cares, I think, the important is to eat!

I start to think that I don't eat since yesterday evening and that the lack of sugars could have caused my problems in walking. I try to maintain a minimum of decency, also because I represent Italy in that context, and I start to eat: perhaps it is the hunger but the cake it is delicious and I end it in a few time. I also accept a glass of sparkling wine and I leave the living room among the applauses because I’m a pilgrim. I restart to walk, it is all right. Finally the signpost of Alencon. I have around 4 hours of delay on my schedule. I look for the hotel, I mistake the road, I ask indications for the plaza of the station and finally I enter in my bedroom where the miserable bed of yesterday it seems to me very beautiful.

Sorry if I add a personal memory. At the beginning of my activity of trekker it happened to me a funny situation: at the end of a long excursion around Monte Calvo and Castellana Mountain , in the Gargano, I meet a girl, Enza, that was 1.80 tall and that was at her first experience of trekking. I ask her an opinion on her first experience and, with an expression of pain on the face and a thread of voice, she answered: "m' sent' nu poc' sfracanata" (translation from the dialect of Foggia to Italian: "I feel a bit smashed").
I understand now what she wanted to say.
But tomorrow is another day!
PS: I am happy that the bus didn’t passed.

Today’s pebbles (Monday June 18 th 2012):
  • mamma Liberina
  • Francesco
  • Giuseppe
  • Carlotta
  • Alessandra

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